domenica 3 novembre 2019

2^ mossa: SALTATE!!!

"Un bel salto e si è sull'isola pacifica e fiorita della spiritualità. Ma bisogna avere il coraggio di fare il salto, abbandonando la riva, il mondo. Saltare senza pensare se c'è chi può ridere per il nostro salto goffo o deridere per la nostra semplicità di preferire un isolotto solitario al mondo. Saltare senza paura di ferirsi o bagnarsi, o di essere delusi. Lasciare tutto per rifugiarsi in Dio. Mettersi sull'isola separata dal mondo e di là uscirne unicamente per distribuire, a quelli che sono rimasti sulle rive, i fiori e le acque pure raccolti nell'isola dello spirito, dove è un unico albero: quello della Sapienza. Standogli vicino, lontano dai fragori del mondo, se ne afferrano tutte le parole e si diviene maestri sapendo essere discepoli" cap 554 Evangelo Quando ho letto questo brano ho sorriso con il cuore. È sempre più difficile tornare sulla terraferma...

La cura senza psicologo in 2 mosse: 1^ mossa: LA CARITÀ (Amore di prossimo)

L'unico modo che finora ho trovato per sentirmi in pace con me stessa è quello di trovare la pace con gli altri, a costo di rimetterci in termini di orgoglio. Perché è l'orgoglio che mi frega il più delle volte. È la pretesa di avere ragione e far valere le mie ragioni che mi impedisce di raggiungere la pace. È quel "porgere l'altra guancia" che non sempre ci riesce e ci porta a scontrarci tra di noi. È solo guardando il prossimo come noi stessi, è solo amandolo come noi stessi, giustificandolo come uno che amiamo, è solo lasciando a Dio il ruolo di nostro Avvocato , con i suoi tempi e i suoi mezzi non immediati, che si conquista il Paradiso già su questa Terra. È infine dando importanza solo al giudizio di Dio sul nostro operato e non al giudizio che danno di noi altri uomini che si trova la serenità. " Beati i miti perché erediteranno la Terra". E ancora: "Nel turbamento del cuore non parla Iddio. È vero. Ma non necessitano arpe a calmare il cuore. Basta avere la carità, che è l'arpa spirituale che dà note di paradiso. Quando un'anima vive nella carità ha il cuore calmo e sente la voce di Dio e la comprende" (Evangelo,
Maria Valtorta)

sabato 2 novembre 2019

La prova nella malattia come invito a guardare al nostro destino eterno

(Estratto dai Quaderni di Valtorta del 1943)
Dice Gesù: Voi uomini, che riconquistate la salute dopo malattia di morte, non pensate, quando ci pensate, che a ringraziarmi per la ricuperata sanità fisica. Non riflettete mai che quella prova Io ve l’ho data per farvi riflettere che una fine vi attende oltre la quale vi è un inizio, così come il sole calando a sera segna, in fondo, che ha inizio il ciclo per cui verrà una nuova aurora. Ma la vostra aurora nell’al di là non è inizio a giorno di poche ore. È inizio a un giorno eterno. Su questo vuole farvi riflettere la malattia e a questo fine dovreste rivolgere la ricuperata salute. A provvedere a dare a ciò che non muore un giorno di pace. Se sapeste riflettere a questo, quante prede perderebbe l’inferno! Ma di solito fate mal uso della salute che vi concedo e degli anni che aggiungo alla vostra esistenza per questo scopo. Nella malattia vi impazientite, vi sconfortate, cessate molte volte di pregare dicendo: “È inutile che lo faccia. Tanto è stato Dio a mandarmela, e a che pro gli chiedo di togliermela?” Guariti, non avete un pensiero per Colui che vi ha reso la sanità. Con la vostra incongruenza e con la vostra ingratitudine irrispettosa fate a Dio colpa di mandarvi le malattie, ma non gli fate merito di levarvele. Se pensate che Egli dà il male, perché non pensate che deve potere dare il bene? È anzi il contrario, figli. Il male, quale che sia, ha per 99 parti origine da voi stessi e il bene ha un’unica fonte: Dio. Dio che ispira e illumina chi vi cura, Dio che vi allunga le giornate per dare tempo ai medicamenti di agire e aumenta le resistenze per dare al corpo la possibilità di reagire, Dio che con volontà istantanea vi può far sorgere risanati, contro ogni speranza e fuori da ogni altro aiuto, per un suo imperscrutabile motivo. Ma prima di giubilare per la gioia d’esser guariti, dovreste giubilare per la possibilità che Dio vi concede di riparare agli errori antecedenti alla malattia e lavorare per meritare la vita che non muore. Io opero per liberare l’anima vostra dalla perdizione e col mio amore cancello i vostri peccati sempre sperando in voi. Voi... che fate voi? Rendete amore per l’amore che ricevete e divenite “vivi”. Esser “vivi” non vuol dire esser di questo mondo: vuol dire essere nel Signore. Vuol dire possedere la Grazia e avere diritto al Cielo. Vivo non è chi respira, mangia e dorme con l’anima morta: costui è spoglia già putrefacente prossima a cadere, come fico infracidito sul ramo, nella fossa il cui fondo è l’inferno. Vivo è chi, anche se agonizzante nella carne, possiede la “Vita”, ed anzi a misura che cessa di qua la vitalità si approssima e cresce in lui la “Vita vera”. Vivo è colui che, mentre spira, già arpeggia le lodi che canterà eterne al Signore e, mentre le tenebre scendono sulle sue pupille, vede sempre più nitido, con gli occhi dello spirito, il volto del Padre. Vivo è colui che risanato da malattia umana si sente riscatto del suo Signore e a Lui dedica ogni suo moto. Vivo è chi conosce la Verità e sopra tutte le gioie umane e le umane ricchezze vuole questa Gioia e questa Ricchezza: la Verità. E per tutti i suoi giorni si dedica a possederla, perché la conoscenza di essa ha messo in lui la sete santa di conquistarla.

venerdì 25 ottobre 2019

Correre per la Vita

Facciamo un regalo ai nostri figli. Come ho letto in un'intervista di Matteo Marzotto, non dargli la Fede è come farli partire per la gita scolastica senza zaino. Aiutiamoli a vedere questa vita per quello che è, un mezzo non un fine. Il mezzo per conquistare la Vita Vera. In questo modo ogni ingiustizia, ogni delusione, ogni"fermata" sarà una prova , un"non ci abbandonare alla tentazione" appunto. I primi Cristiani hanno dato la loro vita per gridare al mondo " Egli è la Via, la Verità e la Vita". Non torniamo indietro, a quando gli Antichi Romani credevano che il successo, la ricchezza, gli onori fossero il senso di una vita spesa solo per nutrire il proprio ego. Per quanto riguarda questo ragazzo, Marco Pantani,ho le mie sensazioni. Sento tanto Amore per lui... perché Dio ama l'umiltà, e i successi non hanno trasformato Marco in un superbo; perché Dio ama l'onestà, e Marco era un uomo schietto e di poche parole ed è morto avendo sete di giustizia; perché Dio rifiuta l'odio, e Marco non odiava chi gli ha fatto del male , altrimenti avrebbe cercato vendetta, e probabilmente le sue forze le avrebbe usate contro gli altri. Sento che Marco ora ha capito tutto e
sta correndo la salita più bella della sua Vita. A Marco piacciono le salite. Sento che sta facendo la volata in Vetta più Bella di sempre. Ha finalmente capito per Chi deve correre e soprattutto Dove arrivare. Buona Vita Marco!

venerdì 11 ottobre 2019

Tanto dolore è nel Mondo...forse Dio non esiste

Quante volte mi sono chiesta e quante volte ho sentito dire " se Dio esiste perché lascia che il Male esista? Perché ha permesso al Demonio di disubbidirgli e di portare tanto dolore nel Creato?". Ho cercato di rispondermi ma poi ho deciso di fidarmi, cioè di avere Fede; ho deciso che non tutto lo posso capire in questa vita. Ho intuito che Dio è talmente al di sopra dei miei ragionamenti che peccherei di superbia a voler sapere ad ogni costo ciò che c'è dietro ogni avvenimento. Il voler spiegato il perché di ogni cosa, a causa della mia ignoranza e della mia incapacità di vedere il futuro e di capire ciò che solo Dio vede, potrebbe portarmi al peccato di Lucifero: giudicare cosa è giusto al posto di Dio credendomi di più di Dio. Il passo è breve e potremmo farlo senza neanche rendercene conto...forse spesso lo facciamo nei nostri interni ragionamenti giudicando come va il Mondo e come dovrebbe invece essere secondo noi. Qualcosa però la Sapienza del Signore mi ha mostrato per farmi capire che Lui è oltre ogni mio ragionamento e che devo fidarmi. Ho visto cioè ,nella storia di tante vicende apparentemente tristi, la rinascita di tante anime. Ho visto l'Amore di Dio conquistare anime in cui il Demonio aveva seminato. Ho capito che Dio lascia che Giuda scelga se tradirlo, ma è Dio che decide le conseguenze del suo gesto come di ogni decisione dell'uomo. E questa certezza che mi dà Pace e che mi rende libera da ogni essere umano e da ogni avvenimento, chiunque ne sia responsabile. Nessuno ha il potere di decidere ciò che mi succede e le conseguenze di un evento se non Dio!E se Lui lo permette è per il mio bene. Ho capito anche che Dio, con tante piccole prove, ci chiede ogni giorno di scegliere di amarlo e che ,come un Padre amorevole ma severo nella Sua volontà di portarci a Lui, ci scuote perché Lo vediamo. Ma siamo sempre noi a decidere se seguirlo, siamo noi che decidiamo se vedere Lui dietro ogni avvenimento. È la nostra volontà che fa la differenza. La ricompensa vi assicuro è fantastica. Godere del Paradiso già sulla Terra. Non sempre. Ma in alcuni momenti che valgono sulla terra l'attesa dell'eternità in Cielo... " E ancora ti dico, o derisore e astuto cercatore del peccato nelle mie parole, che dal Male, che si è volontariamente formato, Dio trae ancora un fine buono: quello di servire a far possessori gli uomini di una gloria meritata. Le vittorie sul Male sono la corona degli eletti. Se il Male non potesse suscitare una conseguenza buona per i volonterosi di volontà buona, Dio lo avrebbe distrutto. Perché nulla di quanto è nel Creato deve essere totalmente privo di incentivo o di conseguenza buoni." Evangelo Valtorta

mercoledì 9 ottobre 2019

Il Codice di Dio

Abbiate a norma di legge le seguenti poche frasi nelle quali è tutta compendiata la mia Legge di salute. Amate Dio con tutto il vostro cuore. Amate le autorità, i parenti, gli amici, i servi, il popolo, e anche nemici, come amate voi stessi. E per essere sicuri di non peccare, prima di fare ogni azione, sia che vi venga comandata o che sia spontanea, chiedetevi: “Amerei che ciò che sto per fare a costui mi fosse fatto?”. E se sentite che non lo amereste, non lo fate. Con queste semplici linee voi potete tracciare in voi la via per la quale verrà Dio a voi e voi andrete a Dio. Perché nessuno amerebbe che un figlio gli fosse ingrato, che uno lo uccidesse, che un altro lo derubasse o gli levasse la sposa o disonorasse la sorella o la figlia o gli usurpasse la casa, i campi, o i servi fedeli. Con questa regola sarete buoni figli e buoni genitori, buoni mariti, fratelli, negozianti, amici. Perciò sarete virtuosi, e Dio verrà a voi (Maria Valtorta, Evangelo)

mercoledì 2 ottobre 2019

Un patto con il Diavolo

«Ma si può? Non è leggenda di paesi pagani che l’uomo possa fare contratti col demonio o con spiriti infernali?», chiede stupefatto Giovanni. «Si può. Non come è narrato nelle leggende pagane. Non con monete e contratti materiali. Ma con l’adesione al Male, ma con la scelta, con la donazione di sé al Male pur di avere un’ora di trionfo purchessia. In verità vi dico che coloro che si vendono al Maledetto, pur di riuscire a un loro scopo, sono più numerosi di quanto non si creda» . «E riescono? Hanno proprio ciò che chiedono?», interroga Andrea. «Non sempre e non tutto. Ma qualcosa hanno». «E come si può? Tanto potente è il demonio da poter simulare Iddio?». «Tanto... e niente, se l’uomo fosse santo. Ma è che molte volte l’uomo è di suo un demonio. Noi combattiamo le possessioni evidenti, rumorose, vistose. Di esse tutti se ne accorgono... Sono... poco comode a famigliari e cittadini, e sono soprattutto con forme materiali. L’uomo è sempre colpito da ciò che è pesante, che urta i suoi sensi. Ciò che è immateriale e percepibile soltanto con l’immateriale ‑ ragione e spirito ‑ non lo avverte e, se pur lo avverte, non se ne cura, specie se a lui non nuoce. Queste possessioni occulte sfuggono dunque al nostro potere di esorcizzatori! E sono le più dannose, perché lavorano nella parte più eletta, con la parte più eletta e verso altre parti elette: da ragione a ragione, da spirito a spirito. Sono come miasmi corruttori, impalpabili, inavvertibili, sino a che la febbre della malattia non avverte chi ne è colpito di essere colpito». 6 «E Satana aiuta? Proprio? Perché? E perché Dio lo lascia fare? E lo lascerà sempre fare? Anche dopo che Tu regnerai?». Tutti chiedono. «Satana aiuta per finire di asservire. Dio lo lascia fare, perché da questa lotta fra l’Alto e il Basso, il Bene a il Male, emerge il valore della creatura. Il valore e il volere. Lo lascerà sempre fare. Anche dopo che Io sarò assunto. Però allora Satana avrà contro un nemico ben grande e l’uomo avrà un’amica ben potente». «Chi? Chi?». «La Grazia». (...) Poi Giuda di Keriot crolla il capo, come a conclusione di un suo interno ragionamento, e riaffondando la zappa nel suolo chiede: «E chi si dà così al demonio, che diviene?». «Un demonio». Evangelo, Valtorta

giovedì 26 settembre 2019

Fede e speranza

“L’amore del Signore per voi si manifesterà in proporzione del vostro amore. E ricordatevi che l’amore ha due ali per essere perfetto, due ali tanto più smisurate quanto più è perfetto: la fede e la speranza.Evangelo, Valtorta

mercoledì 25 settembre 2019

L' anima alcuni dicono non esista

Molti non sanno cosa sia l'anima; altri non credono che esista perché non la vedono e altri ancora pensano che nulla sopravvive alla morte perché confondono l'anima umana con il pensiero. E allora facciamo un po'di chiarezza... «L’anima non è il pensiero, uomo. L’anima è lo spirito, è il principio immateriale della vita, il principio impalpabile, ma vero, che anima tutto l’uomo e che dura dopo l’uomo. Perciò è detta immortale. È tanto sublime cosa che il pensiero anche più potente è un nulla rispetto ad essa. Il pensiero ha fine. Mentre l’anima ha bensì un principio, ma non ha più fine. Beata o dannata, continua ad essere. Beati quelli che sanno conservarla pura, o ritornarla pura dopo averla resa impura, per renderla al suo Creatore così come Egli la diede all’uomo per animare la sua umanità». «Ma è essa in noi, o sopra noi, come l’occhio di Dio?». «In noi». «Prigione in noi sino alla morte, allora? Schiava?». «No. Regina. Nel pensiero eterno l’anima, lo spirito, è la cosa che regna nell’uomo, nell’animale creato detto uomo. Essa, venuta dal Re e Padre di tutti i re e padri, sua parte e sua immagine, suo dono e suo diritto, avente per missione quella di fare della creatura detta uomo un re del gran regno eterno, di fare della creatura detta uomo un dio oltre la vita, un “vivente” nella Dimora del sublimissimo, unico Dio, è creata regina, e con autorità e destino di regina. Sue ancelle tutte le virtù e le facoltà dell’uomo, sua ministra la buona volontà dell’uomo, suo servo il pensiero, servo e alunno il pensiero dell’uomo. È dallo spirito che il pensiero acquista potenza e verità, acquista giustizia e sapienza, e può assurgere a perfezione regale. Un pensiero privo della luce dello spirito sarà sempre con lacune e tenebre, non potrà mai darsi ragione di verità che, per chi è scisso da Dio avendo perduto la regalità dell’anima, sono più incomprensibili di misteri. Sarà cieco il pensiero dell’uomo, ebete sarà, se mancherà del punto base, della leva indispensabile per comprendere, per alzarsi lasciando la terra e lanciandosi all’alto, incontro all’Intelligenza, alla Potenza, alla Divinità in una parola. Valtorta, Evangelo cap 524

giovedì 19 settembre 2019

Prima di andare al lavoro ...

L'ho sempre pensato. Ora trovarlo scritto mi fa un certo effetto e mi rincuora... “Signore, io non son degno di stare in questo luogo. Ma Tu sei giusto e santo, e me lo concedi ancora perché sai che l’uomo è peccatore e, se non viene da Te, diviene un demonio. Oh! mio Signore! Vorrei onorarti notte e giorno, e devo per tante ore essere schiavo del mio lavoro. Lavoro rude che mi avvilisce, perché è dolore al mio prossimo più infelice. Ma devo ubbidire ai miei superiori, perché è il mio pane. Fa’, o mio Dio, che io sappia temperare il dovere verso i superiori con la carità verso i miei poveri fratelli, perché nel mio lavoro non trovi la mia condanna. Ogni lavoro è santo se operato con carità. Tieni la tua carità sempre presente al mio cuore perché io, miserabile qual sono, sappia compatire i miei soggetti, come Tu compatisci me, gran peccatore" Evangelo, Valtorta, cap 523

lunedì 16 settembre 2019

Se non Lo vedo come faccio ad amare Gesù?

Non consiste nell’acclamarmi l’amarmi in verità, ma nel fare ciò che Io faccio e insegno, nel praticare l’amore reciproco, nell’essere umili e misericordiosi, ricordando che un unico fango vi ha composti per la parte materiale, e che il fango ha sempre attrattiva per il pantano, e che perciò, se fino ad ora ciò che in voi è forza che vi ha tenuti sollevati sul pantano, lo spirito, non ha mai conosciuto disfatte ‑ ed è cosa impossibile, perché l’uomo è peccatore e solo Dio è senza peccato ‑ domani il vostro spirito potrebbe conoscerle Evangelo cap 522, Valtorta

domenica 15 settembre 2019

L' Amore rende liberi ...

Non temete, non temete l’uomo mortale che oggi è e domani non è che un ricordo e polvere
. Ma temete il Signore, temete di un santo amore, non con paura, temete di non saperlo amare con misura proporzionata al suo amore infinito. Io non vi dico: fate questo o quello. Ciò che è da farsi lo sapete. Vi dico: amate. Amate Dio e il suo Cristo. Amate il prossimo vostro come Io vi ho insegnato. E tutto farete se saprete amare (Cap 521, Evangelo, Maria Valtorta)

Per una sola Persona voglio essere "pecora" su questa Terra!

Io sono il buon Pastore e le mie pecore mi conoscono [...] Il Regno del Messia non è di questo mondo. Esso è il Regno di Dio, fondato sull'amore. Non altro è. E il Messia non è re di popoli e milizie, ma re di spiriti[...] Sono Porta e Pastore. Finora nessuno ha potuto entrare nel Re­gno di Dio perché esso era murato e senza uscite. Ma ora Io so­no venuto e la porta per entrare in esso è fatta[...] Non sarò Io quello che fa pesante la mano di Roma. Ma anzi, se mai, Io la alleggerisco consigliando a dominatori e dominati pazienza e umanità. Almeno queste[...] Io sono il Pastore buono. E un pastore quando è buono dà la vita per difendere il suo gregge dai lupi e dai ladroni[...] Io sono il Sal­vatore del mio gregge e so quanto mi costi anche la salvezza di un'anima sola, e perciò sono pronto a tutto pur di salvare un'anima. Essa mi è stata affidata dal Padre mio. Tutte le ani­me mi sono state affidate col comando che Io ne salvi un nu­mero stragrande. Quante più ne riuscirò a strappare alla morte dello spirito, e tanto più il Padre mio avrà gloria. E perciò Io lotto per liberarle da tutti i loro nemici, ossia dal loro io, dal mondo, dalla carne, dal demonio, e dai miei avversari che me le contendono per darmi dolore. Io faccio questo perché cono­sco il pensiero del Padre mio. E il Padre mio mi ha mandato a fare questo perché conosce il mio amore per Lui e per le anime. E anche le pecore del mio gregge conoscono Me e il mio amore, e sentono che Io sono pronto a dare la mia vita per dare ad esse la gioia[...] Per questo mi ama il Padre, o mio popolo, o mio gregge! Perché per te, per il tuo bene eterno Io do la vita. Poi la ripren­derò. Ma prima la darò perché tu abbia la vita e il tuo Salvato­re a vita di te stesso. E la darò in modo che tu te ne pasca, mu­tandomi da Pastore in pascolo e fonte che daranno cibo e be­vanda, non per quaranta anni come per gli ebrei nel deserto (Esodo 16, 35), ma per tutto il tempo di esilio per i deserti della Terra. Nessu­no, in realtà, mi toglie la vita. Né coloro che amandomi con tutti loro stessi meritano che Io la immoli per loro, né coloro che me la levano per odio smisurato e paura stolta. Nessuno me la potrebbe levare se da Me Io non consentissi a darla e se il Padre non lo permettesse, presi ambedue da un delirio d'amore per l'Umanità colpevole. Da Me stesso Io la dono. E ho il pote­re di riprenderla quando voglio, non essendo conveniente che la Morte possa prevalere sulla Vita.Perciò il Padre mi ha dato questo potere, ed anzi il Padre questo mi ha comandato di fare. E per la mia vita, offerta e consumata, i popoli diverranno un unico popolo: il mio, il Popolo celeste dei figli di Dio, separan­dosi nei popoli le pecore dai caproni e seguendo le pecore il lo­ro Pastore nel Regno della Vita eterna.
Evangelo Valtorta, cap 518

martedì 10 settembre 2019

Gesù e la presunta liason con Maria Maddalena

Diversi anni fa un autista di pullman che mi stava portando ad un corso, mi interruppe chiedendomi se sapevo che Gesù era un uomo e che come tale era stato sedotto dalla Maddalena; a suo parere questo era un fatto inconfutabile, perché un uomo non può stare senza una donna tutta una vita. Non seppi cosa rispondere, se non che per me, se anche fosse stato vero, non sarebbe cambiato nulla. Tante volte mi sono trovata in questi anni a ripensare a quell'autista, a pensare a cosa avrei potuto rispondere e ho sempre avvertito la colpa di non aver saputo difendere Gesù. Forse è anche per merito di quell'avvenimento che, appena ne ho avuta l'occasione, ho cercato di conoscerlo. Lui che era Dio oltre che Uomo. Ecco la Sua
risposta a Giuda nell'Evangelo di Maria Valtorta. Oggi userei le Sue parole. Chissà che un giorno quell'uomo di Firenze non le possa leggere... "Anche le pietre sanno che la lussuria della carne non mi turba. Osserva che, fra le molte ac­cuse che mi sono state fatte, la prima a cadere è stata questa, perché anche i più accaniti miei avversari hanno compreso che sostenerla era smascherare la loro abitudine alla menzogna. Nessuno fra gli onesti avrebbe creduto che Io sono un sensuale. La sensualità può avere attrattive unicamente per quelli che non si nutrono di soprannaturale e che abborrono il sacrificio. Ma per chi si è votato al sacrificio, per chi è vittima, che at­trattive vuoi che abbia il piacere di un'ora? Il godere delle ani­me vittime è tutto nello spirito e, se vestono una carne, essa non è più di una veste. Pensi tu che le vesti che indossiamo abbiano dei sentimenti? Ugualmente è la carne per quelli che vi­vono di spirito: una veste, nulla più. L'uomo spirituale è il vero superuomo, perché non è schiavo del senso, mentre l'uomo ma­teriale è un non-valore, secondo la dignità vera dell'uomo, per­ché ha in comune col bruto troppi appetiti, ed è anche inferio­re ad esso superandolo, facendo dell'istinto connesso all'ani­male un vizio degradante"

domenica 8 settembre 2019

Perché l’uomo crede di poter sindacare Dio e le sue opere?

Perché l’uomo crede di poter sindacare Dio e le sue opere? (Estratto dai Quaderni di Valtorta del 1943) Articolo di Gianni Bordin
Dice Gesù: «L’uomo si crede potere sindacare Iddio e le sue opere. Perché fa questo? Per irriflessione soltanto? No, sempre per superbia. È sempre ilveleno, uno dei tre veleni di Lucifero, che agisce in lui. Nella sua superbia non valuta la differenza fra lui e Dio, e lo tratta alla pari. È vero che Dio vi chiama suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza93, ma ditemi, o uomini, nei rapporti fra padre e figlio, che seguano anche unicamente la legge di una coscienza retta, un figlio tratta alla pari col padre suo? No. Il grande amore del figlio, anche per il più buono dei padri, è sempre infuso di riverenza. E dovrebbe essere diverso per il Padre Santo? Ma se un padre della terra merita il vostro riverente, riconoscente amore perché col suo lavoro vi nutre e veste, se merita il vostro rispetto perché la sua esperienza vi guida, se merita la vostra ubbidienza perché egli è la più grande autorità che abbiate come singoli e tale fu da Adamo in poi, Dio, il Padre che vi ha creato, che vi ha amato, che ha provveduto ai vostri bisogni, che vi ha salvato attraverso il suo Figlio nella parte che non muore, il Padre che regola tutto l’Universo pensate: tutto l’Universo, perché sia servo all’uomo non deve essere amato, rispettato, ubbidito, servito, questo Dio Padre vostro? Servito non perché siete servi, ma perché è dolce e giusto dare, a chi fa tanto per voi, quel poco che potete dare nella vostra pochezza. E voi, figli di Dio e fratelli del Cristo che vi parla per insegnarvi ad amare, non avete che dare al Padre nostro, santo e mirabile poiché Egli di nulla abbisogna, Signore come è dell’Universo che a Lui ubbidisce come voi non sapete e non volete. Non avete che dare amore poiché Egli vuol questo amore da voi come Io, Dio come Egli e Figlio suo santissimo, gli ho dato e gli do. Questo il dovere vostro. E come questo dovere si esplichi, ve l’ho già mostrato. Amatelo ubbidendolo e farete il dovere vostro. E, dopo averlo amato con l’ubbidienza alle sue voci d’amore, non arrogatevi il diritto di lamento se Egli non ve ne compensa ad usura. Quale diritto ne avete? Ditevelo sempre: “Non abbiamo fatto che il nostro dovere”. Ditevelo sempre: “Dio lo ha fatto prima di noi”. Ditevelo sempre: “L’apparente mancanza di premio non è che per i sensi. Dio non lascia senza premio chi lo ama e ubbidisce”. Sapete voi, polvere spersa al suolo, i segreti dell’Altissimo? Potete voi dire di leggere i decreti di Dio, scritti nei libri del divino amore? Non riflettete che ciò che vi può parere un bene nell’attimo presente è un male nel futuro, e che se Dio non ve lo concede è per evitarvi un dolore, una fatica superiore a quella che vivete? Ma se anche fosse, se anche fosse, vi è lecito imporvi a Dio? Che avete fatto di più di quanto dovevate? Non pensate che non voi ma Dio è sempre in credito verso di voi, perché Egli vi dà infinitamente di più di quanto voi gli date? Amatelo questo Padre il quale compie il suo dovere di padre ed è benigno a non chiedervi l’esattezza nel compiere il dover vostro. L’ho detto e lo ripeto: Per un atto vero di amore, Dio ferma anche il moto degli astri, revoca il decreto del Cielo. Se la fede può smuovere alberi e montagne, l’amore vince Iddio. Ogni atto di amore vero fa balenare di centuplicati fulgori il divino vortice di fuoco e luce in cui viviamo amandoci, fa trascolorare i Cieli di gioia per la gioia del Dio Uno e Trino, e come da celeste nube fa scendere grazie e perdono anche su chi non sa amare per pietà di chi sa amare. Amate e benedite il Signore. Come sapete chiedere e come esigete d’essere ascoltati, sappiate ringraziare. Troppe volte ve ne dimenticate. La grazia di Dio si ritira anche perché siete terre sterili che non sanno esprimere un fiore di riconoscenza per il Padre che vi cura. A coloro che sanno ricordarsi d’esser figli anche nella gioia Io dico benedicendoli: “Andate in pace. La vostra fede amorosa vi salva ora e sempre”.»

domenica 1 settembre 2019

Dimmi la virtù per essere santi!

È la carità. Se amerai sarai santo, perché dall'amore per l'Altissimo e per il prossimo vengono tutte le virtù e tutte le opere buone.

sabato 24 agosto 2019

Cosa vuol dire "Gesù Segno di contraddizione"

Fra Me e il mondo è un abisso. E non per mia colpa. Io sono venuto per dare al mondo la Luce, la Via, la Verità, la Vita. Ma il mondo non mi vuole accogliere, e la mia luce per esso diviene tenebre, perché sarà la causa della condanna di coloro che non mi vollero. Nel Cristo è tutta la Luce per coloro fra gli uomini che lo vogliono accogliere, ma sono anche nel Cristo tutte le tenebre per coloro che mi odiano e mi respingono. Per questo, all’inizio dei miei giorni mortali, Io sono stato profeticamente indicato come "segno di contraddizione". Perché, a seconda di come sarò accolto, sarà salute o condanna, morte o vita, luce o tenebre. Ma coloro che mi accolgono, in verità in verità vi dico che diverranno figli della Luce, ossia di Dio, nati, per avere accolto Dio, a Dio.(Valtorta, Evangelo, vol 7 cap 478)

venerdì 23 agosto 2019

Chi è il Messia? Valtorta, vol 7 cap 463

...il mio Regno è il vero e la mia Legge è buona. Non vi chiede che di amare l’unico Dio e il prossimo
vostro, e perciò di ripudiare gli idoli e le passioni che vi fanno duri di cuore, aridi, sensuali, ladri, omicidi. Il mondo dice: (Sapienza 2, 10-12) "Opprimiamo il povero, il debole, il solo. Sia la forza il nostro diritto, la durezza il nostro abito, l’intransigenza, l’odio, la ferocia, le nostre armi. Il giusto, perché non reagisce, sia conculcato, e oppressi la vedova e l’orfano che hanno debole voce". Io dico: siate dolci e mansueti, perdonate ai nemici, soccorrete i deboli, siate giusti nel vendere e nell’acquistare, anche nel diritto siate magnanimi, non approfittandovi del vostro poter premere sugli oppressi. Non vendicatevi. Lasciate a Dio la cura di tutelarvi. Siate morigerati in ogni tendenza, perché la temperanza è prova di forza morale, mentre la concupiscenza è prova di debolezza. Siate uomini e non bruti, e non temete di essere troppo decaduti e di non poter risorgere. Io sono la Parola di Dio e in suo Nome vi dico che chi avrà fede in Lui e buona volontà, chi avrà pentimento del passato e proposito retto per l’avvenire, sia che sia ebreo o gentile, diverrà figlio di Dio e possessore del Regno dei Cieli. Vi ho detto in principio: "Chi è il Messia?". Vi dico ora: Io sono che vi parlo, e il mio Regno è nei vostri cuori se lo accogliete e poi sarà nel Cielo, che Io vi aprirò se saprete perseverare nella mia Dottrina. Questo è il Messia e nulla più. Re di un regno spirituale, del quale col suo Sacrificio aprirà le porte a tutti gli uomini di buona volontà ».

Chi è Dio? (Evangelo, Valtorta, vol 7, cap 463)

Il vero Dio non è un povero dio di questo o quel popolo, un idolo, una figura irreale. È la sublime Realtà, è la Realtà universale, è l’Essere Unico, Supremo, Creatore di tutte le cose e di tutti gli uomini. È perciò il Dio di tutti gli uomini. Egli li conosce anche se essi non lo conoscono. Egli li ama anche se essi, non conoscendolo, non lo amano, o anche se lo conoscono male e lo amano male, o pur conoscendolo non lo sanno amare. La paternità non cessa quando un figlio è ignorante, stolto o malvagio. Il padre si studia di istruire il figlio perché istruirlo è amore. Il padre si affatica a rendere me
no stolto il figlio deficiente. Il padre con lacrime, con indulgenze, con castighi salutari, con perdoni misericordiosi, cerca di correggere il figlio malvagio e farlo buono. Questo il padre-uomo. E il Padre-Dio sarà forse da meno di un padre-uomo? Ecco allora che il Padre-Dio ama tutti gli uomini e vuole la loro salvezza. Egli, Re di un regno infinito, Re eterno, guarda il suo popolo, fatto di tutti i popoli sparsi sulla Terra, e dice: "Ecco il popolo dei miei creati, il popolo che va salvato col mio Cristo. Ecco il popolo per il quale è stato creato il Regno dei Cieli. Ed ecco l’ora di salvarlo col Salvatore".

giovedì 22 agosto 2019

Parabola della distribuzione delle acque. Valtorta, Volume VII, cap. 467

Udite questa parabola. Un ricco signore aveva molti dipendenti sparsi in molti luoghi dei suoi possedimenti, i quali non erano tutti di acque e di terre feconde. C’erano anche luoghi che pativano per mancanza d’acque, e più dei luoghi pativano le persone, perché, se il terreno era coltivato con piante che resistevano all’asciuttore, la gente soffriva molto per le acque scarse. Il ricco signore aveva invece, proprio nel luogo dove lui abitava, un lago ricco d’acque, che vi sgorgavano da sotterranee sorgenti. Un giorno il signore volle fare un viaggio per tutti i suoi possedimenti e vide che alcuni, i più vicini al lago, erano ricchi di acque; gli altri, lontani, ne erano privi: solo quella poca che Dio mandava con le piogge. E vide anche che quelli che avevano acque abbondanti non erano buoni coi fratelli privi d’acque e lesinavano anche una secchia d’acqua con la scusa di temere di rimanere privi di acque. Il signore pensò. E decise così: "Farò deviare le acque del mio lago a quelli più vicini, dando loro l’ordine di non rifiutare più l’acqua ai miei servi lontani e che sono sofferenti per la siccità del suolo". E intraprese i lavori subito, facendo scavare canali che portavano l’acqua buona del lago ai possessi più vicini, dove fece scavare grandi cisterne, di modo che l’acqua si adunasse abbondante, aumentando la ricchezza d’acque che già era nel luogo, e da queste fece partire canali minori per alimentare altre cisterne più lontane. E poi chiamò coloro che vivevano in questi luoghi e disse: "Ricordatevi che ciò che ho fatto non l’ho fatto per dare a voi il superfluo, ma per favorire attraverso voi quelli che mancano anche del necessario. Siate perciò misericordiosi come io lo sono", e li congedò. 3 Passò del tempo e il ricco signore volle fare un nuovo viaggio per tutti i suoi possessi. Vide che quelli più prossimi si erano abbelliti e non solo erano ricchi di piante utili, ma anche di piante ornamentali, di vasche e piscine e fontane, messe per ogni dove delle case e presso le case. "Avete fatto di queste dimore delle case di ricchi", osservò il signore. "Neppure io ho tante bellezze superflue"; e chiese ancora: "Ma gli altri vengono? Avete dato a loro con abbondanza? I canali minori sono nutriti?". "Sì. Quanto hanno chiesto hanno avuto. E sono anche esigenti, non sono mai contenti, non hanno prudenza e misura, vengono a tutte le ore a chiedere, come se noi fossimo i loro servi, e ci dobbiamo difendere per tu-telare le cose nostre. Non si contentavano più dei canali e delle piccole cisterne. Venivano fino alle grandi". "È per questo che avete cintato i luoghi e messo in ognuno questi cani feroci?". "Per questo, signore. Entravano senza riguardo e pretendevano levarci tutto e sciupavano…". "Ma voi avete realmente dato? Lo sapete che per essi ho fatto questo, e voi vi ho fatto intermediari fra il lago e le loro terre aride. Non capisco... Avevo fatto prendere dal lago tanto da averne per tutti, ma senza sciupio". "Eppure, credi che noi non abbiamo mai negato l’acqua". Il signore si diresse ai possessi più lontani. Le alte piante adatte al suolo arido erano verdi e fronzute. "Hanno detto il vero", disse il signore vedendole fremere al vento da lontano. Ma, come si avvicinò ad esse e poi si inoltrò sotto di esse, vide il terreno arso, morte quasi le erbe che brucavano a fatica pecore anelanti, sabbiose le ortaglie presso le case, e poi vide i primi coltivatori, patiti, l’occhio febbrile e avviliti… Lo guardavano e abbassavano il capo ritirandosi come per paura. Egli, stupito di quel contegno, li chiamò a sé. Si accostarono tremanti. "Di che temete? Non sono più il vostro signore buono che ha avuto cura di voi e con provvidente lavoro vi ha sollevato dalla miseria d’acque? Perché quei volti malati? Perché queste terre aride? Perché i greggi sono così sparuti? E voi perché sembrate paurosi di me? Parlate senza timore. Dite al vostro signore ciò che vi fa soffrire". Un uomo parlò per tutti. "Signore, noi abbiamo avuto una grande delusione e molta pena. Tu ci avevi pro-messo soccorso e noi abbiamo perduto anche quello che avevamo prima e abbiamo perduto la speranza in te" "Come? Perché? Non ho fatto venire l’acqua abbondante ai più vicini dando ordine che abbondanza fosse per voi?". "Così hai detto? Proprio?". "Così. Certamente. Non potevo, per ragioni di suolo, far giungere sin qui l’acqua direttamente. Ma con buona volontà potevate andare ai piccoli canali delle cisterne, andarvi con otri e asini a prenderne quanta volevate. Non vi bastavano gli asini e gli otri? E io non c’ero per darveli?". "Ecco! Io lo avevo detto! Ho detto: ‘Non può essere il signore che ha dato l’ordine di negarci l’acqua’. Se eravamo andati!". "Abbiamo avuto paura. Ci dicevano che l’acqua era un premio per loro e noi eravamo castigati". E raccontarono al buon padrone che i conduttori dei possessi beneficati avevano detto loro che il signore, per punire i servi delle terre aride che non sapevano produrre di più, aveva dato l’ordine di misurare non solo l’acqua delle cisterne ma quella dei primitivi pozzi, di modo che, se prima ne avevano anche duecento bati al giorno per loro e le terre, presi con gran fatica di strada e di peso, ora più neppur cinquanta ne avevano, e per averne tanto per gli uomini e gli animali dovevano andare nei rigagnoli di confine ai luoghi benedetti, là dove traboccavano le acque dei giardini e dei bagni, e prendere quell’acqua motosa, e morivano. Morivano di malattia e di sete, e morivano gli ortaggi e le pecore… "Oh! questo è troppo! E deve finire. Prendete le vostre masserizie e i vostri animali e seguitemi. Faticherete un poco, esausti come siete, ma poi sarà la pace. Io andrò piano per permettere alla vostra debolezza di seguirmi. Io sono un padrone buono, un padre per voi, e ai miei figli provvedo". E si pose in cammino lentamente, seguito dalla triste turba dei suoi servi e degli animali, che però già giubilavano per il ristoro dell’amore del buon padrone. 4 Giunsero alle terre ricchissime d’acque. Ai confini di esse. Il padrone prese qualcuno fra i più forti e disse: "Andate in mio nome a chiedere ristoro". "E se ci lanciano contro i cani?". "Io sono dietro voi. Non temete. Andate dicendo che io vi mando e che non chiudano il cuore alla giustizia, perché le acque sono di Dio e tutti gli uomini sono fratelli. Che aprano subito i canali". Andarono. E il padrone dietro. Si presentarono ad un cancello. E il padrone rimase nascosto dietro il muro di cinta. Chiamarono. Accorsero i conduttori. "Che volete?". "Abbiate misericordia di noi. Moriamo. Ci manda il padrone coll’ordine di prendere le acque che ha fatto venire per noi. Dice che le acque a lui le ha date Dio ed egli a voi per noi, perché siamo fratelli, e di aprire subito i canali". "Ah! Ah!", risero i crudeli. "Fratelli questa turba di cenciosi? Morite? Tanto meglio. Prenderemo i vostri luoghi, vi porteremo là le acque. Allora sì che le porteremo! E faremo quei luoghi buoni. Le acque per voi? Stolti siete! Le acque sono nostre". "Pietà. Moriamo. Aprite. Lo ordina il padrone". I cattivi conduttori si consultarono fra loro, poi dissero: "Attendete un momento", e corsero via. Poi tornarono e aprirono. Ma avevano i cani e pesanti randelli… I poveri ebbero paura. "Entrate, entrate… Non entrate ora che vi abbiamo aperto? Poi direte che non fummo generosi…". Un incauto entrò e una grandine di bastonate gli piovve addosso mentre i cani, levati di catena, si avventavano sugli altri. Il padrone uscì da dietro il muro. "Cosa fate, crudeli? Ora vi conosco, voi e i vostri animali, e vi colpisco", e con le frecce frecciò i cani ed entrò poi, severo e irato. "Così è che eseguite i miei ordini? Per questo vi ho dato queste ricchezze? Chiamate tutti i vostri. Vi voglio parlare. E voi", disse rivolto ai servi assetati, "entrate con le vostre donne e bambini, pecore e asini, colombi e ogni animale, e bevete, e rinfrescatevi, e cogliete queste frutta succose, e voi, piccoli innocenti, correte fra i fiori. Godete. Giustizia è nel cuore del buon padrone e giustizia sarà per tutti". E mentre gli assetati correvano alle cisterne, si tuffavano nelle piscine, e il bestiame alle vasche, e tutto era tripudio per essi, gli altri accorrevano da ogni parte paurosi. 5 Il padrone salì sull’orlo di una cisterna e disse: "Avevo fatto questi lavori e vi avevo fatto depositari del mio comando e di questo tesoro perché vi avevo eletti a miei ministri. Nella prova avete fallito. Parevate buoni. Dovevate esserlo, perché il benessere dovrebbe rendere buoni, riconoscenti verso il benefattore, ed io vi avevo sempre beneficato dandovi la conduzione di queste terre irrigue. L’abbondanza e l’elezione vi ha fatti duri di cuore, aridi più delle terre che avete reso del tutto aride, malati più di questi arsi di sete. Perché essi con l’acqua possono guarire, mentre voi con l’egoismo avete arso il vostro il vostro spirito e difficilmente guarirà e con molta fatica tornerà in voi l’acqua della carità. Ora vi punisco. Andate nelle terre di questi e soffrite ciò che essi soffrirono". "Pietà, signore! Pietà di noi! Ci vuoi dunque far perire? Meno pietoso tu per noi uomini che noi per gli animali?". "E questi che sono? Non sono uomini vostri fratelli? Che pietà aveste? Vi chiedevano acqua, deste colpi di bastone e sarcasmo. Vi chiedevano ciò che è mio e che io avevo dato, e voi lo negaste dicendo ‘vostro’. Di chi le acque? Neppur io dico che l’acqua del lago è mia se anche mio è il lago. L’acqua è di Dio. Chi di voi ha creato una sola goccia di rugiada? Andate!… E a voi dico, a voi che avete sofferto: siate buoni. Fate loro ciò che avreste voluto a voi fatto. Aprite i canali che essi hanno chiuso e fate defluire le acque ad essi, non appena potete. Vi faccio i miei distributori a questi colpevoli fratelli, ai quali lascio il modo e il tempo di redimersi. E il Signore altissimo più di me vi affida la ricchezza delle sue acque, perché voi diveniate la provvidenza di chi ne è privo. Se saprete far questo con amore e giustizia, accontentandovi del necessario, dando il superfluo ai miseri, essendo giusti, non dicendo vostro ciò che è dono avuto, e più che dono deposito, grande sarà la vostra pace, e l’amore di Dio e il mio saranno sempre con voi". 6 La parabola è finita e ognuno di voi può capire. Vi dico solo che chi è ricco è il depositario di questa ricchezza che Dio gli concede con l’ordine di essere distributore di essa a chi soffre. Pensate quale onore vi fa Dio chiamandovi a soci nell’opera della Provvidenza in favore dei poveri, malati, vedove, orfani. Dio potrebbe far piovere denaro, vesti, cibi sui passi del povero. Ma allora leverebbe all’uomo ricco dei grandi meriti: quelli della carità ai fratelli. Non tutti i ricchi possono essere dotti, ma tutti possono essere buoni. Non tutti i ricchi possono curare i malati, seppellire i morti, visitare gli infermi e i carcerati. Ma tutti i ricchi, o anche semplicemente chi non è povero, può dare un pane, un sorso d’acqua, una veste smessa, accogliere presso la fiamma chi trema, sotto il tetto chi non ha casa ed è nella pioggia o nel solleone. Il povero è chi manca del necessario per vivere. Gli altri non sono poveri, sono di mezzi ristretti, ma sempre ricchi rispetto a chi muore di fame, di stenti, di freddo.
Io me ne vado. Io non posso più beneficare i poveri di questi luoghi. E il mio cuore soffre pensando che essi perdono un amico… Ebbene, Io che vi parlo, e voi sapete chi sono, vi chiedo di essere la provvidenza dei poveri che restano senza il loro Amico misericordioso. Fate elemosina e amateli in mio Nome, per mio ricordo… Siate i miei continuatori. Sollevate il mio cuore accasciato con questa promessa: che nei poveri vedrete sempre Me e che li accoglierete come i più veri rappresentanti di Cristo, che è povero, che volle essere povero per amore dei più infelici della Terra e per espiare con le sue ristrettezze e col suo struggente amore le prodigalità ingiuste e gli egoismi degli uomini. Ricordate! La carità, la misericordia è premiata in eterno. Ricordate! La carità, la misericordia è assoluzione dalle colpe. Dio molto perdona a chi ama. E l’amore agli indigenti che non possono ricambiare è l’amore più meritorio agli occhi di Dio. Ricordate queste mie parole sino all’estremo della vita, e sarete salvi e beati nel Regno di Dio.

mercoledì 21 agosto 2019

Un Amico meraviglioso

racconti e preghiere per l'anima UN AMICO MERAVIGLIOSO Ho fatto amicizia con una persona meravigliosa. Eppure questo amico mi ha detto: " Frequentarmi non sara' facile. Appena sapranno che sei mio amico e che mi vuoi bene, cominceranno a prenderti in giro e qualcuno ti odiera'. Molti dei tuoi vecchi amici ti abbandoneranno per causa mia, ma io ti saro' sempre fedele. E quando racconterai a tutti di avermi conosciuto quasi nessuno ti credera', e quando annuncerai felice che l'amicizia e l'amore esistono davvero e sono piu' forti dell'odio del mondo, rideranno e ti chiameranno fanatico. E per farti arrabbiare mi insulteranno e pronunceranno ogni sorta di calunnia nei miei confronti. Ma tu non ti arrabbierai, perche' essere mio amico richiede grande sacrificio. Essere mio amico richiede di rinunciare a quanto ti e' stato piu' caro fino ad oggi per amare me sopra ogni altra cosa. E se un giorno io ti diro': "Andiamo!" non dovrai chiedermi: "Dove?" Dovrai seguirmi senza esitazioni. Ma soprattutto non dovrai mai vergognarti di me davanti agli altri. Allora, vuoi essere mio amico ? " Bruno Canale 2017 (Testo)

Io busso ma perché nessuno mi apre?

Un buon padre o un buon medico sanno quali cose dare ai figli o ai malati per farli stare bene o per non farli stare peggio. Così Dio sa ciò che è bene per il nostro spirito. Non sempre i soldi o il successo sono un dono, non sempre un figlio è un dono , non sempre la vita è un dono. Un dono non è tale se chi lo riceve non lo usa per il bene della propria anima. E talvolta Dio fa il dono più grande che può fare, non dandoci quello che vorremmo. Incredibilmente anche la morte è un dono quando impedisce ad un uomo di perdere la propria anima e lo coglie mentre è riconciliato con Dio

lunedì 19 agosto 2019

Cosa ci resta dopo la vita?

Nell'Aldilà non hanno valore cose come denaro, case, ecc. Nell'Inferno i dannati sono accecati dall'odio e dalla punizione. Nel Purgatorio la sete di espirare annulla ogni altro pensiero. E per i giusti nel Paradiso, che vivono nella contemplazione di Dio, che volete che sia questo misero carcere che ha nome Terra? Che valore possono avere le cose lasciate qui? Potrebbe mai il giorno rimpiangere una lampada fumante, quando lo illumina il sole? La Terra con le sue miserie è lontana; è vicina solo per i bisogni delle anime che vivono qui... I trapassati che non siano dannati rivolgono le loro preghiere a Dio per coloro che sono sulla Terra. E ciò lo fanno per amore verso coloro che sono sulla Terra. Questa preghiera rivolta a Dio , la nostra per i defunti e quella di questi ultimi per noi, ha nome di Comunione Dei Santi.

domenica 18 agosto 2019

Volete l'arma di Gesù per difendervi dalle invasioni?

Come l'uomo più forte può essere ucciso da una mosca , così la città con le difese più alte può essere espugnata , quando l'uno o l'altra non sono più protette da Dio, a causa del loro comportamento... Quando vedete dei poveri disgraziati, guardateli per quello che sono: uomini. Dentro di loro c'è un'anima, un pensiero, dei sentimenti come in voi. Un giorno forse erano sani, liberi e felici. Oggi non lo sono più. Perché se la vita dell'uomo è come l'erba che d'estate si secca, , ancora più fragile è il suo benessere. Quelli che oggi sono sani, domani possono essere malati; quelli che oggi sono felici, domani possono essere infelici, e così via... Siate perciò misericordiosi, perché non conoscete il vostro domani , quando potreste aver bisogno di ogni misericordia divina e umana. Ecco l'arma a difesa, la Parola eterna, divenuta legge di ogni vostra azione. Accogliete la Parola e alzerete un vero baluardo contro il pericolo che incombe e sarete salvi. È venuto il tempo in cui le frontiere della Terra cessano davanti all'Unico Re di tutti i popoli , che riunisce ogni popolo in uno solo per farne il suo popolo nuovo... (Nella foto le rovine della città israeliana di Masada che, come Gamla, non accolse la Parola del Salvatore)

sabato 17 agosto 2019

Quando le preghiere diventano inutili...

I sacrifici e le preghiere sono inutili se alla base non c'è l'amore per il prossimo, specialmente per il povero. Viceversa la carità fatta con amore da aiuto materiale diventa amore per il prossimo e attira grazie. Quando una persona è povera è più facile che perda la fede nella Provvidenza. Come possiamo pretendere che un indigente sia sempre buono se chi è beneficato dalla Provvidenza è duro di cuore? Come può credere che Dio è Padre se ha meno degli uccelli in cielo? Se gli voltiamo le spalle come può credere che bisogna amarsi come fratelli? La Provvidenza c'è e i ricchi del mondo ne sono i ministri. Questo è il più grande onore che Dio fa a chi ha i mezzi per aiutare il prossimo e l'unico modo per rendere sante le ricchezze che altrimenti sono pericolose. E agite come se in ogni povero vedeste Gesù, che ha voluto essere povero e perseguitato per essere come loro. Egli non ha voluto nascere re o potente ma povero e popolano perché la ricchezza e il potere non servono a chi viene dal Cielo e vuole portare al Cielo. Ogni aiuto, materiale o spirituale, dato ad un fratello è dato a Gesù, che è venuto a dare ricchezza e gioia a tutti gli uomini che , senza saperlo, sono solo in apparenza ricchi ma che, in realtà, sono poveri di ricchezze e gioie vere...

martedì 13 agosto 2019

Ma è proprio vero che i cattivi se la spassano?

Molte volte, troppe, si sente dire che i cattivi stanno meglio dei buoni e che questo non è giusto. Non fidatevi delle apparenze e di ciò che non vedete. Le apparenze spesso ingannano e il giudizio di Dio non si vede sulla Terra. Lo conoscerete solo nell'altra Vita. E allora vedrete che il benessere passeggero viene dato a chi è malvagio per attirarlo al Bene e per ripagarlo di quel minimo di bene che fa anche chi è cattivo. E quando vedrete le cose nella luce giusta dell'altra Vita, vedrete che il tempo dello "spasso" di chi si comporta male è più breve della vita di un filo d'erba nel fondo di un torrente che con il caldo si secca, mentre un solo istante di felicità in Cielo è più grande della vita più trionfale che un uomo abbia mai avuto. Quindi non siate invidiosi della bella vita dei cattivi ma cercate di arrivare a possedere il tesoro eterno dell'uomo giusto

lunedì 12 agosto 2019

Per la mia amica Sara ♥️ per il suo esempio e per il suo amore

È facile credere quando la vita non è che un tranquillo,se non gioioso, scorrere di giorni uguali. Ma colui che sa persistere nella fede, speranza e carità, anche quando malattie, miserie, morti, sventure lo rendono solo e abbandonato da tutti e,nostante tutto, egli ripete " Sia fatto ciò che Dio crede utile per me", in verità non solo costui merita aiuto da Dio ma nel Regno dei Cieli è pronto il suo posto senza passaggio per il Purgatorio. La sua giustizia infatti
ha annullato ogni colpa della vita

domenica 11 agosto 2019

Chi è il Padrone dell'Universo e l'unico Giudice?

C'era un bravo marinaio e un buon uomo di nome Pietro che navigava su un lago in una notte serena e navigando si sentiva superiore agli altri che incontrava. Una sera si permise di criticare il suo prossimo perché non lo considerava suo prossimo, non avendo nessun legame di nazionalità, né di professione né di fede. E si lamentava di non essere padrone del lago perché,se lo fosse stato, lo avrebbe cacciato e quasi rimproverava a Dio di concedere a queste persone, diverse da lui per nazionalità, fede e lavoro, di andare dove egli viveva. Ma nella barca c'era un suo buon Amico che gli disse:"non è forse Uno solo il Padre degli uomini? Non è Egli il Padrone dell'Universo? E tu vorresti suggerire a Dio ciò che deve fare? Chi come Dio?" Pietro non era colpevole ma solo ignorante. Perché dietro la sua intransigenza c'erano molte idee sbagliate. Pietro infatti non voleva offendere Dio ma anzi credeva così facendo di difenderne gli interessi Quand'è che si forma LA COLPA? QUANDO C'È LA VOLONTÀ DI FARE DEL MALE,LA CONOSCENZA DI FARE DEL MALE E LA PERSISTENZA A VOLER FARE DEL MALE ANCHE DOPO CHE SI È CAPITO CHE QUELL'AZIONE È CATTIVA. TUTTO È NELLA VOLONTÀ CON CUI SI COMPIE UN ATTO, BUONO O CATTIVO CHE SIA! QUANDO UNO FA UNA BUONA AZIONE MA NON SA DI AVERLA FATTA, ANZI CREDE DI AVER FATTO DEL MALE, È COLPEVOLE COME SE FACESSE DEL MALE, E VICEVERSA Solo il Signore legge nei cuori, solo Lui conosce le intenzioni di ognuno di noi, solo Lui giudicherà alla fine tutti, qualsiasi azione avremo compiuto o posizione avremo espressa in qualsiasi campo , perché Lui solo sa se la nostra volontà è buona o cattiva.

venerdì 9 agosto 2019

L'eccessivo amore per la religione o per la patria è sbagliato?

Sì, lo è. Perché diventa egoismo e l'egoismo causa peccato perché crea una volontà contraria a Dio e ai suoi comandamenti. Nell'egoista la superbia offusca la verità e l'egoista fa diventare legge la propria volontà. Dio invece benedice chi conserva la"buona volontà" di amare Dio e il prossimo e lavora per la gloria di Dio e per il bene del prossimo

lunedì 5 agosto 2019

La forza dell'Amore:eroici nel credere e nell' insegnare a credere

Più grande è la scienza e più scarsa è la fede perché chi è istruito talvolta non accetta la fede semplice di chi crede con la forza dell'amore senza bisogno dell'ausilio della scienza. È L'AMORE CHE BISOGNA INSEGNARE E ACCENDERE.E PER FARLO BISOGNA ARDERE. BISOGNA ESSERE EROICAMENTE CONVINTI PER CONVINCERE. In risposta alle offese e agli insulti, umiltà e amore. E con umiltà e amore bisogna andare ricordando le parole del Signore a chi non le ricorda più. Bisogna lavorare per quanto il Male lavora!

domenica 4 agosto 2019

Perché leggere questo blog?

Immaginate una pianta di vite che viene messa nell'orto di casa, affianco al muro, in mezzo alle case anziché in campagna; cosicché quando viene l'estate e smette di piovere il fumo dei camini e la polvere della strada si depositano sulle foglie fino a formare una crosta di sporco per cui la pianta non muore perché il proprietario continua ad abbeverare le radici ma non vegeta... Così succede a noi tutti che viviamo, non isolati nel Paradiso di Dio, ma in mezzo alla polvere e al fumo delle cose del mondo che lentamente e senza neppure che ce ne accorgiamo ci coprono fino a formare una crosta talmente spessa sopra il nostro spirito che l'aura di Dio e il sole della Sapienza non ci arrivano più. Il poco di acqua che ci danno non nutre in modo completo il nostro "Io" interiore e ci sentiamo come degli assetati senz'acqua. A differenza della pianta abbiamo il libero arbitrio e la possibilità di andare a cercare ciò che ci fa bene e di sfuggire ciò che ci nuoce . Noi possiamo cercare l'acqua del Cielo e sfuggire la polvere e il fumo del mondo e del demonio

giovedì 1 agosto 2019

Il primo comandamento è l'unico dei 10 che resta finita questa esistenza

L'indifferenza verso le cose di questo mondo si ottiene guardando alla nostra vita nel suo ultimo istante e così facendo si scopre anche per cosa pregare Buona visione! https://youtu.be/xuk-I71w2-A