giovedì 26 settembre 2019

Fede e speranza

“L’amore del Signore per voi si manifesterà in proporzione del vostro amore. E ricordatevi che l’amore ha due ali per essere perfetto, due ali tanto più smisurate quanto più è perfetto: la fede e la speranza.Evangelo, Valtorta

mercoledì 25 settembre 2019

L' anima alcuni dicono non esista

Molti non sanno cosa sia l'anima; altri non credono che esista perché non la vedono e altri ancora pensano che nulla sopravvive alla morte perché confondono l'anima umana con il pensiero. E allora facciamo un po'di chiarezza... «L’anima non è il pensiero, uomo. L’anima è lo spirito, è il principio immateriale della vita, il principio impalpabile, ma vero, che anima tutto l’uomo e che dura dopo l’uomo. Perciò è detta immortale. È tanto sublime cosa che il pensiero anche più potente è un nulla rispetto ad essa. Il pensiero ha fine. Mentre l’anima ha bensì un principio, ma non ha più fine. Beata o dannata, continua ad essere. Beati quelli che sanno conservarla pura, o ritornarla pura dopo averla resa impura, per renderla al suo Creatore così come Egli la diede all’uomo per animare la sua umanità». «Ma è essa in noi, o sopra noi, come l’occhio di Dio?». «In noi». «Prigione in noi sino alla morte, allora? Schiava?». «No. Regina. Nel pensiero eterno l’anima, lo spirito, è la cosa che regna nell’uomo, nell’animale creato detto uomo. Essa, venuta dal Re e Padre di tutti i re e padri, sua parte e sua immagine, suo dono e suo diritto, avente per missione quella di fare della creatura detta uomo un re del gran regno eterno, di fare della creatura detta uomo un dio oltre la vita, un “vivente” nella Dimora del sublimissimo, unico Dio, è creata regina, e con autorità e destino di regina. Sue ancelle tutte le virtù e le facoltà dell’uomo, sua ministra la buona volontà dell’uomo, suo servo il pensiero, servo e alunno il pensiero dell’uomo. È dallo spirito che il pensiero acquista potenza e verità, acquista giustizia e sapienza, e può assurgere a perfezione regale. Un pensiero privo della luce dello spirito sarà sempre con lacune e tenebre, non potrà mai darsi ragione di verità che, per chi è scisso da Dio avendo perduto la regalità dell’anima, sono più incomprensibili di misteri. Sarà cieco il pensiero dell’uomo, ebete sarà, se mancherà del punto base, della leva indispensabile per comprendere, per alzarsi lasciando la terra e lanciandosi all’alto, incontro all’Intelligenza, alla Potenza, alla Divinità in una parola. Valtorta, Evangelo cap 524

giovedì 19 settembre 2019

Prima di andare al lavoro ...

L'ho sempre pensato. Ora trovarlo scritto mi fa un certo effetto e mi rincuora... “Signore, io non son degno di stare in questo luogo. Ma Tu sei giusto e santo, e me lo concedi ancora perché sai che l’uomo è peccatore e, se non viene da Te, diviene un demonio. Oh! mio Signore! Vorrei onorarti notte e giorno, e devo per tante ore essere schiavo del mio lavoro. Lavoro rude che mi avvilisce, perché è dolore al mio prossimo più infelice. Ma devo ubbidire ai miei superiori, perché è il mio pane. Fa’, o mio Dio, che io sappia temperare il dovere verso i superiori con la carità verso i miei poveri fratelli, perché nel mio lavoro non trovi la mia condanna. Ogni lavoro è santo se operato con carità. Tieni la tua carità sempre presente al mio cuore perché io, miserabile qual sono, sappia compatire i miei soggetti, come Tu compatisci me, gran peccatore" Evangelo, Valtorta, cap 523

lunedì 16 settembre 2019

Se non Lo vedo come faccio ad amare Gesù?

Non consiste nell’acclamarmi l’amarmi in verità, ma nel fare ciò che Io faccio e insegno, nel praticare l’amore reciproco, nell’essere umili e misericordiosi, ricordando che un unico fango vi ha composti per la parte materiale, e che il fango ha sempre attrattiva per il pantano, e che perciò, se fino ad ora ciò che in voi è forza che vi ha tenuti sollevati sul pantano, lo spirito, non ha mai conosciuto disfatte ‑ ed è cosa impossibile, perché l’uomo è peccatore e solo Dio è senza peccato ‑ domani il vostro spirito potrebbe conoscerle Evangelo cap 522, Valtorta

domenica 15 settembre 2019

L' Amore rende liberi ...

Non temete, non temete l’uomo mortale che oggi è e domani non è che un ricordo e polvere
. Ma temete il Signore, temete di un santo amore, non con paura, temete di non saperlo amare con misura proporzionata al suo amore infinito. Io non vi dico: fate questo o quello. Ciò che è da farsi lo sapete. Vi dico: amate. Amate Dio e il suo Cristo. Amate il prossimo vostro come Io vi ho insegnato. E tutto farete se saprete amare (Cap 521, Evangelo, Maria Valtorta)

Per una sola Persona voglio essere "pecora" su questa Terra!

Io sono il buon Pastore e le mie pecore mi conoscono [...] Il Regno del Messia non è di questo mondo. Esso è il Regno di Dio, fondato sull'amore. Non altro è. E il Messia non è re di popoli e milizie, ma re di spiriti[...] Sono Porta e Pastore. Finora nessuno ha potuto entrare nel Re­gno di Dio perché esso era murato e senza uscite. Ma ora Io so­no venuto e la porta per entrare in esso è fatta[...] Non sarò Io quello che fa pesante la mano di Roma. Ma anzi, se mai, Io la alleggerisco consigliando a dominatori e dominati pazienza e umanità. Almeno queste[...] Io sono il Pastore buono. E un pastore quando è buono dà la vita per difendere il suo gregge dai lupi e dai ladroni[...] Io sono il Sal­vatore del mio gregge e so quanto mi costi anche la salvezza di un'anima sola, e perciò sono pronto a tutto pur di salvare un'anima. Essa mi è stata affidata dal Padre mio. Tutte le ani­me mi sono state affidate col comando che Io ne salvi un nu­mero stragrande. Quante più ne riuscirò a strappare alla morte dello spirito, e tanto più il Padre mio avrà gloria. E perciò Io lotto per liberarle da tutti i loro nemici, ossia dal loro io, dal mondo, dalla carne, dal demonio, e dai miei avversari che me le contendono per darmi dolore. Io faccio questo perché cono­sco il pensiero del Padre mio. E il Padre mio mi ha mandato a fare questo perché conosce il mio amore per Lui e per le anime. E anche le pecore del mio gregge conoscono Me e il mio amore, e sentono che Io sono pronto a dare la mia vita per dare ad esse la gioia[...] Per questo mi ama il Padre, o mio popolo, o mio gregge! Perché per te, per il tuo bene eterno Io do la vita. Poi la ripren­derò. Ma prima la darò perché tu abbia la vita e il tuo Salvato­re a vita di te stesso. E la darò in modo che tu te ne pasca, mu­tandomi da Pastore in pascolo e fonte che daranno cibo e be­vanda, non per quaranta anni come per gli ebrei nel deserto (Esodo 16, 35), ma per tutto il tempo di esilio per i deserti della Terra. Nessu­no, in realtà, mi toglie la vita. Né coloro che amandomi con tutti loro stessi meritano che Io la immoli per loro, né coloro che me la levano per odio smisurato e paura stolta. Nessuno me la potrebbe levare se da Me Io non consentissi a darla e se il Padre non lo permettesse, presi ambedue da un delirio d'amore per l'Umanità colpevole. Da Me stesso Io la dono. E ho il pote­re di riprenderla quando voglio, non essendo conveniente che la Morte possa prevalere sulla Vita.Perciò il Padre mi ha dato questo potere, ed anzi il Padre questo mi ha comandato di fare. E per la mia vita, offerta e consumata, i popoli diverranno un unico popolo: il mio, il Popolo celeste dei figli di Dio, separan­dosi nei popoli le pecore dai caproni e seguendo le pecore il lo­ro Pastore nel Regno della Vita eterna.
Evangelo Valtorta, cap 518

martedì 10 settembre 2019

Gesù e la presunta liason con Maria Maddalena

Diversi anni fa un autista di pullman che mi stava portando ad un corso, mi interruppe chiedendomi se sapevo che Gesù era un uomo e che come tale era stato sedotto dalla Maddalena; a suo parere questo era un fatto inconfutabile, perché un uomo non può stare senza una donna tutta una vita. Non seppi cosa rispondere, se non che per me, se anche fosse stato vero, non sarebbe cambiato nulla. Tante volte mi sono trovata in questi anni a ripensare a quell'autista, a pensare a cosa avrei potuto rispondere e ho sempre avvertito la colpa di non aver saputo difendere Gesù. Forse è anche per merito di quell'avvenimento che, appena ne ho avuta l'occasione, ho cercato di conoscerlo. Lui che era Dio oltre che Uomo. Ecco la Sua
risposta a Giuda nell'Evangelo di Maria Valtorta. Oggi userei le Sue parole. Chissà che un giorno quell'uomo di Firenze non le possa leggere... "Anche le pietre sanno che la lussuria della carne non mi turba. Osserva che, fra le molte ac­cuse che mi sono state fatte, la prima a cadere è stata questa, perché anche i più accaniti miei avversari hanno compreso che sostenerla era smascherare la loro abitudine alla menzogna. Nessuno fra gli onesti avrebbe creduto che Io sono un sensuale. La sensualità può avere attrattive unicamente per quelli che non si nutrono di soprannaturale e che abborrono il sacrificio. Ma per chi si è votato al sacrificio, per chi è vittima, che at­trattive vuoi che abbia il piacere di un'ora? Il godere delle ani­me vittime è tutto nello spirito e, se vestono una carne, essa non è più di una veste. Pensi tu che le vesti che indossiamo abbiano dei sentimenti? Ugualmente è la carne per quelli che vi­vono di spirito: una veste, nulla più. L'uomo spirituale è il vero superuomo, perché non è schiavo del senso, mentre l'uomo ma­teriale è un non-valore, secondo la dignità vera dell'uomo, per­ché ha in comune col bruto troppi appetiti, ed è anche inferio­re ad esso superandolo, facendo dell'istinto connesso all'ani­male un vizio degradante"

domenica 8 settembre 2019

Perché l’uomo crede di poter sindacare Dio e le sue opere?

Perché l’uomo crede di poter sindacare Dio e le sue opere? (Estratto dai Quaderni di Valtorta del 1943) Articolo di Gianni Bordin
Dice Gesù: «L’uomo si crede potere sindacare Iddio e le sue opere. Perché fa questo? Per irriflessione soltanto? No, sempre per superbia. È sempre ilveleno, uno dei tre veleni di Lucifero, che agisce in lui. Nella sua superbia non valuta la differenza fra lui e Dio, e lo tratta alla pari. È vero che Dio vi chiama suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza93, ma ditemi, o uomini, nei rapporti fra padre e figlio, che seguano anche unicamente la legge di una coscienza retta, un figlio tratta alla pari col padre suo? No. Il grande amore del figlio, anche per il più buono dei padri, è sempre infuso di riverenza. E dovrebbe essere diverso per il Padre Santo? Ma se un padre della terra merita il vostro riverente, riconoscente amore perché col suo lavoro vi nutre e veste, se merita il vostro rispetto perché la sua esperienza vi guida, se merita la vostra ubbidienza perché egli è la più grande autorità che abbiate come singoli e tale fu da Adamo in poi, Dio, il Padre che vi ha creato, che vi ha amato, che ha provveduto ai vostri bisogni, che vi ha salvato attraverso il suo Figlio nella parte che non muore, il Padre che regola tutto l’Universo pensate: tutto l’Universo, perché sia servo all’uomo non deve essere amato, rispettato, ubbidito, servito, questo Dio Padre vostro? Servito non perché siete servi, ma perché è dolce e giusto dare, a chi fa tanto per voi, quel poco che potete dare nella vostra pochezza. E voi, figli di Dio e fratelli del Cristo che vi parla per insegnarvi ad amare, non avete che dare al Padre nostro, santo e mirabile poiché Egli di nulla abbisogna, Signore come è dell’Universo che a Lui ubbidisce come voi non sapete e non volete. Non avete che dare amore poiché Egli vuol questo amore da voi come Io, Dio come Egli e Figlio suo santissimo, gli ho dato e gli do. Questo il dovere vostro. E come questo dovere si esplichi, ve l’ho già mostrato. Amatelo ubbidendolo e farete il dovere vostro. E, dopo averlo amato con l’ubbidienza alle sue voci d’amore, non arrogatevi il diritto di lamento se Egli non ve ne compensa ad usura. Quale diritto ne avete? Ditevelo sempre: “Non abbiamo fatto che il nostro dovere”. Ditevelo sempre: “Dio lo ha fatto prima di noi”. Ditevelo sempre: “L’apparente mancanza di premio non è che per i sensi. Dio non lascia senza premio chi lo ama e ubbidisce”. Sapete voi, polvere spersa al suolo, i segreti dell’Altissimo? Potete voi dire di leggere i decreti di Dio, scritti nei libri del divino amore? Non riflettete che ciò che vi può parere un bene nell’attimo presente è un male nel futuro, e che se Dio non ve lo concede è per evitarvi un dolore, una fatica superiore a quella che vivete? Ma se anche fosse, se anche fosse, vi è lecito imporvi a Dio? Che avete fatto di più di quanto dovevate? Non pensate che non voi ma Dio è sempre in credito verso di voi, perché Egli vi dà infinitamente di più di quanto voi gli date? Amatelo questo Padre il quale compie il suo dovere di padre ed è benigno a non chiedervi l’esattezza nel compiere il dover vostro. L’ho detto e lo ripeto: Per un atto vero di amore, Dio ferma anche il moto degli astri, revoca il decreto del Cielo. Se la fede può smuovere alberi e montagne, l’amore vince Iddio. Ogni atto di amore vero fa balenare di centuplicati fulgori il divino vortice di fuoco e luce in cui viviamo amandoci, fa trascolorare i Cieli di gioia per la gioia del Dio Uno e Trino, e come da celeste nube fa scendere grazie e perdono anche su chi non sa amare per pietà di chi sa amare. Amate e benedite il Signore. Come sapete chiedere e come esigete d’essere ascoltati, sappiate ringraziare. Troppe volte ve ne dimenticate. La grazia di Dio si ritira anche perché siete terre sterili che non sanno esprimere un fiore di riconoscenza per il Padre che vi cura. A coloro che sanno ricordarsi d’esser figli anche nella gioia Io dico benedicendoli: “Andate in pace. La vostra fede amorosa vi salva ora e sempre”.»

domenica 1 settembre 2019

Dimmi la virtù per essere santi!

È la carità. Se amerai sarai santo, perché dall'amore per l'Altissimo e per il prossimo vengono tutte le virtù e tutte le opere buone.