sabato 11 aprile 2020

E se i traditori fossimo noi?

Mi trovo spesso nella mia vita a lottare contro la vergogna. Da un lato sento il dovere di testimoniare la presenza di Dio, perché Egli mi dimostra continuamente il Suo Amore. Ma allo stesso tempo ho il timore di essere ridicola. Sì , mettiamolo nero su bianco il termine giusto. Perché chi parla di Dio , se non è in punto di morte e non è un prete o una suora, un po'strano lo deve sembrare. Quindi la mia vita è una lotta tra l'essere Pietro che Lo rinnega e l'essere Giovanni che lo ama anche di fronte a chi ha paura... Ho trovato questo episodio nelle visioni di Maria Valtorta. Dopo la morte di Gesù una donna riconosce gli apostoli e gli fa un discorso che mi ha impressionato. Alla fine la paura è in chi ci ascolta...
«Guardate quella macchia sul muro? Siete discepoli del Maestro? Mi parete tali, anche se siete sparuti nel volto e… anche se non vi ho visti dietro al Signore quando passò di qui, preso per essere condotto a morte. Questo mi fa incerta, perché un discepolo che segue il Maestro nelle ore buone, e se ne tiene di essergli discepolo, e ha sguardi severi per quelli che non sono come lui pronti a lasciare tutto per seguire il Maestro, deve anche essere dietro al Maestro nelle ore cattive. Dovrebbe almeno farlo. E io non vi ho visti. No. Non vi ho visti. E se non vi ho visti segno è che io, donna di Sidone, sono stata dietro a Colui che i suoi discepoli israeliti non seguirono. Ma io ho avuto un beneficio da Lui. Voi… Forse voi non vi aveva mai beneficati? Mi fa strano, perché beneficava gentili e samaritani, peccatori e anche ladroni, dando loro la vita eterna, se più non poteva dare quella della carne. Non vi amava, forse? Allora segno è che eravate peggio di aspidi e di iene immonde, benché, in verità, credo che Egli amasse anche le vipere e gli sciacalli, non perché siano tali, ma perché creati dal Padre suo. Quello è sangue. Sì. È sangue. Sangue di una donna della riva del grande mare. Una volta erano terre filistee, e spregiati ancora un poco ne sono dagli ebrei quegli abitanti. Eppure lei seppe difendere il Maestro sino a che il marito l'uccise battendola là con tanta forza, dopo averla picchiata, che le si aprì la testa, e il cervello e il sangue schizzarono sul muro della sua casa dove ora piangono gli orfani. Ma ella aveva avuto un beneficio. Il Maestro le aveva sanato il marito, immondo di orrenda malattia. Ed ella amava il Maestro, perciò. Ha amato sino a morire per Lui. Lo ha preceduto nel seno di Abramo, dite voi. Anche Annalia lo ha preceduto, e avrebbe saputo morire così anche lei se la morte non l'avesse colta prima. E anche una madre, più su, ha lavato col sangue la via, col sangue del ventre aperto dal figlio brutale, per difendere il Maestro. E una vecchia morì di dolore, vedendo passare ferito e percosso Colui che aveva reso occhi al figlio suo. E un vecchio, un mendicante, morì perché drizzò la sua persona a difesa ed ebbe nella testa la pietra destinata alla testa del vostro Signore. Perché voi lo credevate tale, non è vero? I prodi di un re muoiono intorno allo stesso. Nessuno di voi è morto, però. Eravate lontani da quelli che lo percuotevano. Ah! no! Uno è morto. Si è fatto morto. Ma non per dolore. Non per difendere il Maestro. Prima lo ha venduto, poi lo ha indicato con un bacio, poi si è ucciso. Non aveva più altro da fare. Non poteva più crescere in nequizia. Era perfetto. Come Belzebù. Il mondo lo avrebbe lapidato per levarlo dalla Terra. Oh! io credo che questa pietosa, che morì per impedire percosse al Martire, io credo che la vecchia Anna, che morì per il dolore di vederlo in quel modo, e il vecchio mendicante e la madre di Samuele e la vergine che è morta e io, che non so salire al Tempio perché ho pena degli agnelli e delle tortore che sono immolati, io credo che avremmo avuto coraggio di lapidarlo e non avremmo fremuto vedendolo lacerato dalle nostre pietre… Lui lo sapeva, e ha risparmiato al mondo la fatica di ucciderlo, a noi ha risparmiato di farci carnefici per vendicare l'Innocente…». Li guarda con sprezzo. Il suo sprezzo si è fatto sempre più palese man mano che ha parlato. I suoi occhi, grandi e neri, hanno la durezza dell'occhio di un rapace, mentre guardano il gruppo che non sa, che non può reagire… Fischia fra i denti l'ultima parola: «Bastardi!», e raccoglie le sue brocche e se ne va, contenta di aver sputato il suo sdegno sui discepoli che hanno abbandonato il Maestro… Questi sono annichiliti. Stanno a capo chino, le braccia pendenti, sfibrati… La verità li schiaccia. Meditano sulle conseguenze della loro viltà… Tacciono… Non osano guardarsi a vicenda. Persino Giovanni e lo Zelote, i due che sono innocenti di questa colpa, stanno come gli altri, forse per il dolore di vedere così mortificati i compagni e per l'impossibilità di medicare la ferita provocata dalle sincere parole della donna…

domenica 3 novembre 2019

2^ mossa: SALTATE!!!

"Un bel salto e si è sull'isola pacifica e fiorita della spiritualità. Ma bisogna avere il coraggio di fare il salto, abbandonando la riva, il mondo. Saltare senza pensare se c'è chi può ridere per il nostro salto goffo o deridere per la nostra semplicità di preferire un isolotto solitario al mondo. Saltare senza paura di ferirsi o bagnarsi, o di essere delusi. Lasciare tutto per rifugiarsi in Dio. Mettersi sull'isola separata dal mondo e di là uscirne unicamente per distribuire, a quelli che sono rimasti sulle rive, i fiori e le acque pure raccolti nell'isola dello spirito, dove è un unico albero: quello della Sapienza. Standogli vicino, lontano dai fragori del mondo, se ne afferrano tutte le parole e si diviene maestri sapendo essere discepoli" cap 554 Evangelo Quando ho letto questo brano ho sorriso con il cuore. È sempre più difficile tornare sulla terraferma...

La cura senza psicologo in 2 mosse: 1^ mossa: LA CARITÀ (Amore di prossimo)

L'unico modo che finora ho trovato per sentirmi in pace con me stessa è quello di trovare la pace con gli altri, a costo di rimetterci in termini di orgoglio. Perché è l'orgoglio che mi frega il più delle volte. È la pretesa di avere ragione e far valere le mie ragioni che mi impedisce di raggiungere la pace. È quel "porgere l'altra guancia" che non sempre ci riesce e ci porta a scontrarci tra di noi. È solo guardando il prossimo come noi stessi, è solo amandolo come noi stessi, giustificandolo come uno che amiamo, è solo lasciando a Dio il ruolo di nostro Avvocato , con i suoi tempi e i suoi mezzi non immediati, che si conquista il Paradiso già su questa Terra. È infine dando importanza solo al giudizio di Dio sul nostro operato e non al giudizio che danno di noi altri uomini che si trova la serenità. " Beati i miti perché erediteranno la Terra". E ancora: "Nel turbamento del cuore non parla Iddio. È vero. Ma non necessitano arpe a calmare il cuore. Basta avere la carità, che è l'arpa spirituale che dà note di paradiso. Quando un'anima vive nella carità ha il cuore calmo e sente la voce di Dio e la comprende" (Evangelo,
Maria Valtorta)

sabato 2 novembre 2019

La prova nella malattia come invito a guardare al nostro destino eterno

(Estratto dai Quaderni di Valtorta del 1943)
Dice Gesù: Voi uomini, che riconquistate la salute dopo malattia di morte, non pensate, quando ci pensate, che a ringraziarmi per la ricuperata sanità fisica. Non riflettete mai che quella prova Io ve l’ho data per farvi riflettere che una fine vi attende oltre la quale vi è un inizio, così come il sole calando a sera segna, in fondo, che ha inizio il ciclo per cui verrà una nuova aurora. Ma la vostra aurora nell’al di là non è inizio a giorno di poche ore. È inizio a un giorno eterno. Su questo vuole farvi riflettere la malattia e a questo fine dovreste rivolgere la ricuperata salute. A provvedere a dare a ciò che non muore un giorno di pace. Se sapeste riflettere a questo, quante prede perderebbe l’inferno! Ma di solito fate mal uso della salute che vi concedo e degli anni che aggiungo alla vostra esistenza per questo scopo. Nella malattia vi impazientite, vi sconfortate, cessate molte volte di pregare dicendo: “È inutile che lo faccia. Tanto è stato Dio a mandarmela, e a che pro gli chiedo di togliermela?” Guariti, non avete un pensiero per Colui che vi ha reso la sanità. Con la vostra incongruenza e con la vostra ingratitudine irrispettosa fate a Dio colpa di mandarvi le malattie, ma non gli fate merito di levarvele. Se pensate che Egli dà il male, perché non pensate che deve potere dare il bene? È anzi il contrario, figli. Il male, quale che sia, ha per 99 parti origine da voi stessi e il bene ha un’unica fonte: Dio. Dio che ispira e illumina chi vi cura, Dio che vi allunga le giornate per dare tempo ai medicamenti di agire e aumenta le resistenze per dare al corpo la possibilità di reagire, Dio che con volontà istantanea vi può far sorgere risanati, contro ogni speranza e fuori da ogni altro aiuto, per un suo imperscrutabile motivo. Ma prima di giubilare per la gioia d’esser guariti, dovreste giubilare per la possibilità che Dio vi concede di riparare agli errori antecedenti alla malattia e lavorare per meritare la vita che non muore. Io opero per liberare l’anima vostra dalla perdizione e col mio amore cancello i vostri peccati sempre sperando in voi. Voi... che fate voi? Rendete amore per l’amore che ricevete e divenite “vivi”. Esser “vivi” non vuol dire esser di questo mondo: vuol dire essere nel Signore. Vuol dire possedere la Grazia e avere diritto al Cielo. Vivo non è chi respira, mangia e dorme con l’anima morta: costui è spoglia già putrefacente prossima a cadere, come fico infracidito sul ramo, nella fossa il cui fondo è l’inferno. Vivo è chi, anche se agonizzante nella carne, possiede la “Vita”, ed anzi a misura che cessa di qua la vitalità si approssima e cresce in lui la “Vita vera”. Vivo è colui che, mentre spira, già arpeggia le lodi che canterà eterne al Signore e, mentre le tenebre scendono sulle sue pupille, vede sempre più nitido, con gli occhi dello spirito, il volto del Padre. Vivo è colui che risanato da malattia umana si sente riscatto del suo Signore e a Lui dedica ogni suo moto. Vivo è chi conosce la Verità e sopra tutte le gioie umane e le umane ricchezze vuole questa Gioia e questa Ricchezza: la Verità. E per tutti i suoi giorni si dedica a possederla, perché la conoscenza di essa ha messo in lui la sete santa di conquistarla.

venerdì 25 ottobre 2019

Correre per la Vita

Facciamo un regalo ai nostri figli. Come ho letto in un'intervista di Matteo Marzotto, non dargli la Fede è come farli partire per la gita scolastica senza zaino. Aiutiamoli a vedere questa vita per quello che è, un mezzo non un fine. Il mezzo per conquistare la Vita Vera. In questo modo ogni ingiustizia, ogni delusione, ogni"fermata" sarà una prova , un"non ci abbandonare alla tentazione" appunto. I primi Cristiani hanno dato la loro vita per gridare al mondo " Egli è la Via, la Verità e la Vita". Non torniamo indietro, a quando gli Antichi Romani credevano che il successo, la ricchezza, gli onori fossero il senso di una vita spesa solo per nutrire il proprio ego. Per quanto riguarda questo ragazzo, Marco Pantani,ho le mie sensazioni. Sento tanto Amore per lui... perché Dio ama l'umiltà, e i successi non hanno trasformato Marco in un superbo; perché Dio ama l'onestà, e Marco era un uomo schietto e di poche parole ed è morto avendo sete di giustizia; perché Dio rifiuta l'odio, e Marco non odiava chi gli ha fatto del male , altrimenti avrebbe cercato vendetta, e probabilmente le sue forze le avrebbe usate contro gli altri. Sento che Marco ora ha capito tutto e
sta correndo la salita più bella della sua Vita. A Marco piacciono le salite. Sento che sta facendo la volata in Vetta più Bella di sempre. Ha finalmente capito per Chi deve correre e soprattutto Dove arrivare. Buona Vita Marco!

venerdì 11 ottobre 2019

Tanto dolore è nel Mondo...forse Dio non esiste

Quante volte mi sono chiesta e quante volte ho sentito dire " se Dio esiste perché lascia che il Male esista? Perché ha permesso al Demonio di disubbidirgli e di portare tanto dolore nel Creato?". Ho cercato di rispondermi ma poi ho deciso di fidarmi, cioè di avere Fede; ho deciso che non tutto lo posso capire in questa vita. Ho intuito che Dio è talmente al di sopra dei miei ragionamenti che peccherei di superbia a voler sapere ad ogni costo ciò che c'è dietro ogni avvenimento. Il voler spiegato il perché di ogni cosa, a causa della mia ignoranza e della mia incapacità di vedere il futuro e di capire ciò che solo Dio vede, potrebbe portarmi al peccato di Lucifero: giudicare cosa è giusto al posto di Dio credendomi di più di Dio. Il passo è breve e potremmo farlo senza neanche rendercene conto...forse spesso lo facciamo nei nostri interni ragionamenti giudicando come va il Mondo e come dovrebbe invece essere secondo noi. Qualcosa però la Sapienza del Signore mi ha mostrato per farmi capire che Lui è oltre ogni mio ragionamento e che devo fidarmi. Ho visto cioè ,nella storia di tante vicende apparentemente tristi, la rinascita di tante anime. Ho visto l'Amore di Dio conquistare anime in cui il Demonio aveva seminato. Ho capito che Dio lascia che Giuda scelga se tradirlo, ma è Dio che decide le conseguenze del suo gesto come di ogni decisione dell'uomo. E questa certezza che mi dà Pace e che mi rende libera da ogni essere umano e da ogni avvenimento, chiunque ne sia responsabile. Nessuno ha il potere di decidere ciò che mi succede e le conseguenze di un evento se non Dio!E se Lui lo permette è per il mio bene. Ho capito anche che Dio, con tante piccole prove, ci chiede ogni giorno di scegliere di amarlo e che ,come un Padre amorevole ma severo nella Sua volontà di portarci a Lui, ci scuote perché Lo vediamo. Ma siamo sempre noi a decidere se seguirlo, siamo noi che decidiamo se vedere Lui dietro ogni avvenimento. È la nostra volontà che fa la differenza. La ricompensa vi assicuro è fantastica. Godere del Paradiso già sulla Terra. Non sempre. Ma in alcuni momenti che valgono sulla terra l'attesa dell'eternità in Cielo... " E ancora ti dico, o derisore e astuto cercatore del peccato nelle mie parole, che dal Male, che si è volontariamente formato, Dio trae ancora un fine buono: quello di servire a far possessori gli uomini di una gloria meritata. Le vittorie sul Male sono la corona degli eletti. Se il Male non potesse suscitare una conseguenza buona per i volonterosi di volontà buona, Dio lo avrebbe distrutto. Perché nulla di quanto è nel Creato deve essere totalmente privo di incentivo o di conseguenza buoni." Evangelo Valtorta

mercoledì 9 ottobre 2019

Il Codice di Dio

Abbiate a norma di legge le seguenti poche frasi nelle quali è tutta compendiata la mia Legge di salute. Amate Dio con tutto il vostro cuore. Amate le autorità, i parenti, gli amici, i servi, il popolo, e anche nemici, come amate voi stessi. E per essere sicuri di non peccare, prima di fare ogni azione, sia che vi venga comandata o che sia spontanea, chiedetevi: “Amerei che ciò che sto per fare a costui mi fosse fatto?”. E se sentite che non lo amereste, non lo fate. Con queste semplici linee voi potete tracciare in voi la via per la quale verrà Dio a voi e voi andrete a Dio. Perché nessuno amerebbe che un figlio gli fosse ingrato, che uno lo uccidesse, che un altro lo derubasse o gli levasse la sposa o disonorasse la sorella o la figlia o gli usurpasse la casa, i campi, o i servi fedeli. Con questa regola sarete buoni figli e buoni genitori, buoni mariti, fratelli, negozianti, amici. Perciò sarete virtuosi, e Dio verrà a voi (Maria Valtorta, Evangelo)